Lo stereocartografo mod. II, che risiede al museo delle Officine Galileo, ha una storia un po' bizzarra.
Dopo la chiusura delle Officine Galileo, l'operaio Moretti, ha portato via con se uno stereocartografo mod. II. Gli ha apportato però una modifica, da stereorestitutore lo stereocartografo divenne uno scultore di bassorilievi.
Venne sostituito il pennino che disegnava le carte con una piccola fresa, come quella usata dai dentisti. Tutto qui, una piccola sostituzione, trasformò una macchina che stampava mappe in un artista.
Il pennino (cerchio rosso, img dx) è sostituito con un fresito (img sx) |
Era usato soprattutto per dei bassorilievi dei quali non si potevano creare dei calchi come quelli incisi sui muri. Per capire meglio, come quelli del Duomo di Milano, che risiedono lungo tutte le pareti e che nella seconda metà del 900' non erano riproducibili perchè verticali.
Uno dei bassorilievi del Duomo di Milano |
Veniva scattata una coppia stereoscopica di foto al bassorilievo e poi inserite all'interno dello stereocartografo, eseguita la normale procedura di accoppiamento e infine, attraverso il fresino inciso il bassorilievo sul blocco di gesso.
Il sig. Moretti pensava di brevettare e guadagnare qualche soldo da tutto ciò, ma, puntualmente, i suoi acquirenti creavano un calco dal suo bassorilievo (che adesso era orizzontale e ci si poteva ricavare uno stampo) per poi produrre in serie e rivendere a più basso prezzo le sculture.
Visto ciò, rimontò i pezzi originali sullo stereocartografo eliminando la modifica fatta e lo donò al museo.
Purtroppo oggi il sig. Moretti è morto e non ci ha dato la possibilità di vedere delle fotografie del suo magnifico lavoro. Il direttore del museo delle Officine Galileo ci sta però lavorando su, per rendere il suo ingegno e la sua creazione visibili al mondo intero.
Fonti: Luciano Romeo, direttore tecnico del museo delle Officine Galileo.
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